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Categorie giuridiche che resistono: il caso di S. Alfonso. Possibilità anche nel dolore.

La continuità tra le parole di Alfonso Maria Liguori prima come giurista e poi come sacerdote, poi riconosciuto come santo.

(agg. 1 agosto 2024) Può essere interessante considerare la vita e le azioni di un giurista poi entrato nell’ordine religioso: Alfonso Maria Liguori. Nasce a Napoli il 27 settembre 1696. Muore il 1 agosto 1787. La iniziale brillante carriera forense si interruppe improvvisamente per una delusione provata in un processo giudiziario tormentato di falsità. Un fumetto ne ricostruisce la vicenda.

L’avvocato Liguori prima giurista e poi sacerdote ed educatore, è anche scrittore di libri importanti come Le glorie di Maria e Pratica di amar Gesù Cristo. Esaminiamo un brano di quest’ultima opera:

“4. Chi ama Dio patendo fa doppio guadagno per lo paradiso. Dicea S. Vincenzo de’ Paoli che in questa vita il non patire dee riputarsi per una gran disgrazia. E soggiungeva che una congregazione o persona che non patisce, ed a cui tutto il mondo applaudisce, è vicina alla caduta. Perciò S. Francesco d’Assisi in quel giorno che passava senza patire qualche croce per Dio, temeva che Dio si fosse quasi scordato di lui. — Scrive S. Giovanni Grisostomo che quando il Signore dona ad alcuno la grazia di patire, gli fa maggior grazia che se gli donasse la podestà di risuscitare i morti, perché nel far miracoli l’uomo resta debitore a Dio, ma nel patire Dio si rende debitore all’uomo. E soggiunge a che chi patisce qualche cosa per Dio, se non avesse altro dono che il poter soffrire per Dio che ama, questa sarebbe per lui una gran mercede. Pertanto dicea ch’egli stimava più la grazia di Paolo in esser incatenato per Gesù Cristo che in esser rapito al terzo cielo”

Si può notare la resistente terminologia che attrae Alfonso anche nei santi citati. Resiste quella economica “Chi ama Dio patendo fa doppio guadagno” Resiste anche quella giuridica: “quando il Signore dona ad alcuno la grazia di patire, gli fa maggior grazia che se gli donasse la podestà di risuscitare i morti, perché nel far miracoli l’uomo resta debitore a Dio, ma nel patire Dio si rende debitore all’uomo”. Cambia l’oggetto della prestazione: prima da avvocato era quella di difendere avendo a riguardo i  rapporti economici e personali, poi la difesa ha per oggetto  la parte più interna della persona, l’anima. Da notare che cita ancora la Dottrina: in questo caso cita S. Vincenzo, S. Francesco e S. Giovanni Crisostomo. Così Alfonso Liguori riprende nel suo manuale (Pratica di amar Gesù Cristo)  le parole controcorrente spirituali e giuridiche  sul valore della sofferenza, citando la  nuova Dottrina, quella di S.Giovanni Crisostomo.

La Tradizione cristiana (a partire dai testi biblici) sviluppa così  la tradizione classica di Ovidio nel suo L’arte di amare:  “Sopporta e resisti: un giorno questo dolore ti sarà utile”.

Poi questa misteriosa speranza la citazione di Ovidio è stata ripresa come titolo di un libro e di  un film.

Ci sono anche altri casi in cui il Liguori processualista continua ad operare anche nella sua riflessione di religioso. Sono i casi in cui esamina il Giudizio Finale.

L’anima, categoria spirituale è diventata una categoria anche nel campo della comunicazione della psicologia oggi. E quindi accade anche il caso in cui categorie spirituali diventano categorie nell’ambito della psicologia e del coaching con la distinzione tra anima e ego fatta da un giurista costituzionalista ora dedito alla comunicazione e alla formazione, Mauro Scardovelli che equipara l’anima dell’uomo sul piano spirituale alla Costituzione sul piano normativo

Applicazioni: se c’è amore in quello che si fa non si perde tempo, resta un collegamento tra situazioni molto diverse e si può comprendere che le categorie di fondo sono spesso le stesse. Questo succede e può essere occasione di geniali collegamenti anche se coloro che non sono abituati a cambiare visione non riconoscono queste presenze costanti. Per i giuristi conoscere il mistero e l’infinito che deve o dovrebbe appartenere al mondo spirituale è l’occasione per trovare la forza per sostenere il  fondamento  della loro difesa pratica, specie quando è confusa. Per i religiosi l’ordine e la concretezza che è propria o dovrebbe essere propria ai giuristi è un modo per comprendere l’ambiente in cui si trovano, un funzionamento delle istituzioni,  Stato, la sua competenza, i suoi poteri e limiti necessari nell’ordinare la vita delle persone. Tra i diversi ambiti, quello giuridico e quello religioso vi può essere quindi “fecondità reciproca” (Card. Attilio Nicora).  Lo mostrano i principi deontologici indicati dallo stesso Liguori e la fecondità del pensiero del magistrato Rosario Livatino. Entrambi, fuoriuscendo dall’esperienza   giuridica laica (Liguori) o restando in modo sofferto al suo interno (Rosario Livatino) lo hanno dimostrato. Giuristi e sacerdoti possono anche diventare santi (canonizzati o meno), nell’amore fino al sacrificio.

giorni: 1 agosto (S.Alfonso Maria Liguori)

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