Quando gli avvocati Carnelutti e Capograssi hanno spiegato la preferenza di Gesù per Maria Maddalena. Cicely Saunders
Vegliate con me (Mt. 26, 38)
(aggiornamento del post: 1 agosto 2024)
In tempi caldi di fretta e aggressività crescente è bello ricordare come uno dei più grandi avvocati del Novecento, Francesco Carnelutti, negli anni Cinquanta, all’isola di San Giorgio a Venezia spiegava ai colleghi del tempo le figure evangeliche, con un insegnamento che, al di là di ogni possibile professione di fede, costituisce ancora oggi un raro invito ad una speranza che custodisca i più alti slanci ideali nelle persone. Con la possibilità di trovare l’atto i cui effetti permangono nel tempo, l’azione che resta.
Le conversazioni venivano poi raccolte nel suo libro Figure del Vangelo Colloqui di Francesco Carnelutti. Il grande processualista dedicava un capitolo anche a Maria Maddalena, la prima persona a cui sarebbe apparso il risorto. Su Maria Maddalena si è incentrato di recente il Codice da Vinci, libro che, come è stato scritto autorevolmente dai massimi studiosi, rovescia malignamente gli eventi dell’Ultima Cena ritratta da Leonardo. Qui sotto Maddalena è ritratta dal Beato Angelico
E cerca di spiegare come mai, secondo il racconto evangelico, il risorto sia apparso per primo a Maria di Magdala (Gv. 20,11). Il grande giurista motiva il particolare privilegio a Maria di Magdala in base agli elementi di cui disponeva in quel tempo e, in particolare, in base alla tradizionale sovrapposizione tra
1 Maria di Magdala alla quale appare il risorto,
2 Maria di Betania, colei che aveva unto i piedi di Gesù con un prezioso profumo asciugandoli con i suoi capelli (Gv. 12,1-8), e
3 un’altra donna peccatrice che aveva lavato i piedi con le sue lacrime poi asciugandoli con i capelli (Lc.7,36-50). Su quei piedi poi arriveranno i chiodi e c’è qui una sorta di intuizione profetica
Opinioni autorevoli ritengono infatti le tre Marie ancora una stessa persona. Tra queste opinioni c’è anche quella della mistica Mari Valtorta. Ecco la commovente spiegazione di Carnelutti Qui il link alle pagine decisive e alla pagina finale del capitolo del grande avvocato.
In sostanza, secondo Carnelutti, Gesù nella sua prima manifestazione da risorto ritrasmette a Maria quel dono che mai prima Gesù stesso aveva ricevuto in un modo così disinteressato, incondizionato e controcorrente, proprio dalla peccatrice e da Maria di Betania (fatte coincidere) : “se non mi sbaglio Maria è stata la sola che ha dato al Signore senza chiedere nulla” (p. 94 del libro)
La spiegazione di Carnelutti è suggestiva. Oggi però sembra superata dai recenti studi che tendono a diversificare le tre figure: Maria di Betania e la peccatrice in lacrime sarebbero storicamente diverse dalla Maria di Magdala che peraltro, forse da ossessa, era stata miracolata da Gesù. Era stata” liberata da sette demoni”(purtroppo il tema della possessione che ci sembra così lontano dai nostri tempi ultimamente è di nuovo riemerso nelle cronache, nel modo più spaventoso link ). Poi Maria Maddalena lo aveva seguito, con le altre donne, fino alla crocifissione.
Tuttavia forse c’è la possibilità di mantenere viva nella sostanza della suggestiva spiegazione del grande giurista friulano. Secondo il filosofo Jean Guitton ogni atto di amore vero resta impresso da qualche parte nell’universo (come succede per le collocazioni sul piano digitale, per un tempo limitato tuttavia finché c’è l’abbonamento o sussiste quel tipo di tecnologia) . Così i grande gesti di queste donne che, scandalizzando Giuda e i presenti, hanno, hanno avuto un irresistibile seguito.
La peccatrice a«cui molto è stato perdonato perché molto ha amato» peraltro aveva già ricevuto proprio nel perdono insperato la sua ricompensa.
Nel dipinto di Caravaggio il critico d’arte Sgarbi ha notato che la Maddalena dorme, sembra che la modella di Caravaggio non abbia retto alla posa…ma chissà se Caravaggio volesse dare a questo cedimento un significato ulteriore, quello dell’abbandono fiducioso a qualcuno che le era andato incontro, che di lei si era preso cura…
Maria di Betania allo stesso modo aveva raggiunto una particolare comunione spirituale che si era mostrata anche più forte della morte del fratello Lazzaro.
La spiegazione di Carnelutti (la predilezione del risorto per “chi dà al Signore senza chiedere nulla“) può essere ancora sostenuta senza entrare nel merito della credibilità di questi racconti, anche restando solo a livello letterario, di significato . Si può infatti ricordare la staffetta d’amore che domina la Divina Commedia del “fedele d’amore” Dante Alighieri: atti di amore si trasmettono come in una staffetta da Maria a Lucia, da Lucia a Beatrice fino a Dante. La preferenza verso Maria di Magdala potrebbe essere spiegata in modo analogo, se non con una staffetta almeno con una scia d’amore: dal Nazareno a Maria di Betania, alla peccatrice che tra le lacrime si è sentita per la prima volta amata e quindi non ha potuto trattenersi dal lavare i piedi di Gesù e asciugarli con i suoi capelli, infine dal Gesù amato e risorto a Maria di Magdala. Gli atti di amore incondizionati fatti da colei che aveva lavato con le lacrime e aveva unto, con il profumo, i piedi di Gesù, non potevano fermarsi ma si sono trasmessi in un ulteriore atto di amore capace di sconfiggere ogni confusione, ansia e paura: la prima manifestazione, sempre controcorrente, d’un uomo risorto dai morti. Mi pare interessante rilevare che Maria Maddalena non si era allontanata dal Maestro al tempo della sconfitta: era rimasta vicino a Gesù crocifisso e deposto, sempre in zona, sulla soglia. Non ha abbandonato i piedi inchiodati. Non si è arresa alla violenza brutale, all’abbandono che aveva coinvolto tutti, anche i suoi discepoli, è rimasta fedele, resistente e responsabile. Con questa responsabilità l’amore vero è più forte della morte.
Descrive questa fortezza eroica Giuseppe Capograssi: “Il segreto è di molto amare… di molto patire, per molto patire, per molto soffrire, perché ogni sofferenza per amore è letizia. Il dolore rimane sempre il dolore ma l’amore solleva il dolore a una tale altezza che tutta la sofferenza pare diventi luce, e può divenire letizia per sempre…”E specifica la necessità di una volontà: “se sentisse quel mondo nel quale vive armonico alla sua indole, consentaneo alla sua mente certo l’amerebbe, se l’amasse ogni sofferenza sarebbe superata” nella volontà che trova e resiste intorno ad una sorgente di luce che evita l’amore astratto: “quando ci può essere questo punto di contatto tra tra il mondo e noi ci può essere l’amore l’amore vivo, l’amore che trasforma in letizia la sofferenza”(nella lettera del 23 luglio 1921alla fidanzata Giulia Ravaglia). C’è in Maddalena una gratuita (Carnelutti) eroica fortezza (Capograssi). E questa volontà si può rafforzare riflettendo sul proprio fondamento, sul proprio contributo, sulla proria missione
http://www.agendagiusta.it/una-nuova-alleanza-per-riconoscere-e-difendere-il-fondamento-del-diritto/
Applicazioni:
In generale l’esperienza della Maddalena che non abbandona il Crocifisso si ritrova in alcune donne che si sono dedicate a persone particolarmente emarginate. Sono note le figure di Etty Hillesum e Madre Teresa di Calcutta. Merita attenzione anche l’opera di Cicely Saunders che ha avviato l’assistenza dei malati terminali con specifica attenzione e cura inventando l’istituto dell’Hospice. La Parola che l’ha ispirata è “Vegliate con me” (Mt. 26, 38) analoga al “Ho sete “(Gv,19,28) che ha chiamato Madre Teresa di Calcutta .
A Cicely nel 2023 è stato dedicato un romanzo. https://romagnapost.it/2023/10/16/di-cosa-e-fatta-la-speranza-il-romanzo-di-emmanuel-exitu-che-valorizza-la-vita-e-il-pensiero-di-cicely-saunders/ Ognuno può trovare una Parola che gli viene incontro che diventa il suo fine specifico come ben suggerisce il filosofo e poeta Marco Guzzi (al minuto 38 e 50ss)
Sul piano dell’esperienza della legge alcuni atti giuridici sembrano oltrepassare la morte. Come il testamento o gli atti di destinazione. Forse anche per questo creano una grande conflittualità. Decisivo come nella donazione è l’animus donandi . In generale il valore di certi atteggiamenti, non appaganti a breve termine ma resistenti, capaci di vedere oltre, oltre ogni aspettativa, ci può aiutare a ripensare l’affermazione dello stesso Carnelutti nel suo libro testamento: “all’avvocatura io debbo la sfiducia nel giudizio, o la sfiducia nel diritto… insomma la sfiducia nel pensiero… ma insieme la fiducia nell’amore” (Francesco Carnelutti in Vita di avvocato). L’atteggiamento e l’atto che non va perso è quello che non finirà mai (cfr. 1 Corinzi 13,8). La frase di Carnelutti è ripresa nella sua interezza anche qui Ma anche in ogni atto giuridico c’è una componente necessaria dell’amore: la responsabilità che si assume per soddisfare un interesse ritenuto meritevole di tutela.
Approfondimenti: in mezzo a queste riflessioni sul dolore innocente un grande comunicatore contemporaneo, profondo e avvolgente, Luigi Maria Epicoco tra le pieghe di una battuta https://www.youtube.com/watch?v=fZv3Iw7dNO8&t=2227s
dipinge, con un perfetto, sintetico tratto una figura luminosa (dopo il minuto 35, precisamente al minuto 36 e 43) e riguarda proprio una donna che si reca al sepolcro di una persona cara: “è la prima… perché solo una donna può arrivare al fondo della sofferenza e rimanere là…”
Nel 2023 Epicoco compie uno straordinario ritratto delle qualità femminili (a 1 h e 1 minuto ss), in particolare al minuto 1h e 11 completa il ritratto della Maddalena, nella sua incrollabile fiducia. Risulta animata dalla stessa forza di Gesù, quello che ha distinto la vittima dalla folla, il suo spirito.
Stato: lavoro partito dai quadri di Caravaggio commentati da Longhi e Sgarbi, poi Carnelutti, infine Capograssi e il grande comunicatore Epicoco
Giorni : per decreto recente di papa Francesco il giorno 22 luglio dedicato S.Maria di Magdala è stato elevato a giorno di festa per ricordare questo “esempio e modello per ogni donna nella Chiesa”.
Per ogni giorno che chieda fiducia nell’attesa, speranza.