con Jeremy Irons, il giurista Capograssi, Jeff Goins e la maglietta dei millennials
L’ironia è che quando pensiamo di essere (inutilmente) in attesa proprio in quel momento stiamo crescendo di più (Jeff Goins, In & between)
Il diritto al tempo dell’Avvento: attese creative, anche nell’esperienza giuridica
(aggiornamento del 18 dicembre 2022)
Per chi è abituato ad avere risposte immediate da internet il periodo di attesa di un dato evento sembra tempo perso. In realtà questo tempo si può recuperare e gustarlo al meglio. Vediamo come. Insieme a un grande giurista del secolo scorso, Giuseppe Capograssi, al grande attore Jeremy Irons e al giovane scrittore contemporaneo (Jeff Goins) .
Scrive Capograssi alla fidanzata : …e così sto lavorando molto Giulia mia.. Molto sto facendo, molto sto rivedendo, molto sto rielaborando, e il lavoro esce, il lavoro si forma, si plasma, piglia una forma vitale prende una forma di bontà e di bellezza, prende una fisionomia vitale e umana….Il mio lavoro si forma, si piega, talvolta si spezza, talvolta si cangia, talvolta si colora, ma si empie di di un’anima profonda e solenne (lettera n. 501 del 8.IV.1920 in Pensieri a Giulia).
Il lavoro, l’atto giudiziario, l’articolo non è finito ma per Capograssi c’è già, prima del risultato finale, una presenza illuminante che anima mentre ci si applica. Mentre si lavora per finire un atto giuridico (o un altro lavoro) o si attende un treno già si affaccia una presenza nascente. Succede come quando ci accorgiamo della bellezza dello sbocciare di un fiore che le nuove tecnologie riescono a cogliere, la bellezza c’è anche prima, nel corso del procedimento di formazione del risultato finale: https://www.youtube.com/watch?v=iiYm11yWQXo
Un grande artista non riconosciuto in vita come tale affermava; “Se oggi non valgo nulla, non varrò nulla nemmeno domani; ma se domani scoprono in me dei valori, vuole dire che li posseggo anche oggi. Poiché il grano è grano, anche se la gente dapprima lo prende per erba.”(Vincent Van Gogh).
Qui un video bellissimo su di lui:
In una della campagne pubblicitarie meglio riuscite Jeremy Irons affermava “Forse eri troppo preoccupato alla destinazione. Una volta tanto prova a goderti il tragitto”Qui .Chi vuol riflettere può trovare un fenomeno analogo nel tempo dell’Avvento. Prima della festa che ricorda l’ evento che ha segnato il tempo (avanti e dopo Cristo) già una scia stellare di significato può illuminare la nostra vita. Se l’Infinito entra nel finito, si incarna a piccoli passi. Anche prima dell’evento c’è una dinamica importante che costituisce parte dell’evento. Come per una vita nascente. Allora, come i magi nel racconto della natività, possiamo riconoscere i segni di una presenza che già attraversa la nostra notte e la orienta. Il significato dell’evento è già, almeno in parte, disponibile. L‘attesa del piacere è anch’essa un piacere (G. Lessing). Quando si tratta di un giusto piacere. Nella notte del non finito possiamo riconoscere la sagoma di una presenza che ci guida e ci forma quando meno lo pensiamo, durante l’attesa. In questo senso si orienta, sulla fiducia, anche l’importante riflessione di Daniel Goleman sull’intelligenza emotiva. Impariamo ad attendere ed a imparare nell’attesa: presa con il giusto spirito l’attesa è il tempo massimo della nostra formazione e già condivide la luce dell’evento. Lo mostra magnificamente questo video di Jeff Goins (di cui si possono attivare sottotitoli e traduzione in italiano).
Ci sono anche grandi comunicatori spirituali come don Luigi Maria Epicoco che riescono a comunicare le potenzialità dell’attesa, nelle possibilità di una Tradizione non scaricata meccanicamente (come il carico di una carriola) ma come una sorgente incalcolabile di vita, presenza nascosta di cui non siamo consapevoli, qui il link
Si tratta di un messaggio spesso sconosciuto anche ai sedicenti credenti e ci fa capire l’oggetto, il soggetto che è possibile attendere ed è già presente, ci accompagna. Il messaggio è poi diventato la scritta emozionante, stampata in celebri magliette portate dai millennials
Il messaggio (massaggio mi scrive il Pc) è presente nella 1 lettera di Giovanni, all’inizio: 1,1-4