(parte prima)
Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l’oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato (Eli Wiesel)
aggiornamento parziale(ottobre 2024)
A 500 anni dalla morte di Raffaello impariamo la resistenza al male a partire da una sua opera…
Scrivevo nel 2020: “Avrei organizzato il 6 aprile 2020 a 500 anni dalla morte di Raffaello la conferenza a Palazzo Gualdo a Vicenza sul sogno della giustizia in Raffaello. Ma la pandemia lo ha fatto rinviare. In extremis a pochi minuti dalla mezzanotte mi accorgo della data odierna ( 6 aprile) e riprendo questo post ricordando un’opera di Raffaello ed una dinamica che, con il cinema di Ridley Scott e Christopher Nolan, si può meglio evidenziare: la giusta e motivata difesa”
Riprendo questo post a ottobre 2024 quando sto ormai finendo di organizzare la conferenza su Raffaello che sarà l’11 ottobre 2024 per soli avvocati (già da tempo tutta prenotata). Il rinvio è stato desolante ma ha permesso lo sviluppo di alcune tematiche su Raffaello anche grazie al contributo del cinema e di alcuni approfondimenti sulla Madonna Sistina
Vittorio Sgarbi in una delle sue conferenze su Raffaello ha sottolineato come Raffaello diventa la massima espressione della civiltà cristiana. (ai minuti 42 ss nella sua conferenza https://www.youtube.com/watch?v=neeYp8eYyWM&t=2800s su Raffaello ) come difesa dalla barbarie. In tempi segnati dal pericolo di una guerra mondiale e nucleare, contrassegnati dalla difficoltà di trasmettere l’educazione, di difficile salvaguardia del ruolo dell’avvocato, Raffaello sembra ineludibile. Con le sue opere metteva in luce questa esigenza di difendere e e tutelare la nostra civiltà dai “draghi” che la minacciano . In questo senso si può ricordare questo episodio ritratto da Raffaello e la sua scuola: nel V secolo Leone Magno riusci a fermare l’orda dei barbari guidati da Attila. Concorsero varie ragioni a fermare gli unni ma quel Papa riuscì a trovare, tramite i suoi delegati, la difesa delle genti. Probabilmente è stato pagato Attila, forse anche per riscattare prigionieri. Ma l’essenziale è che Leone ha saputo comunicare con il barbaro capendo il suo linguaggio e fermarlo. In queste scelte strategiche la mente di un papa mistico capace di fermare le eresie, capace di scrivere (96 lettere e 73 discorsi) ha avuto il suo rilevo. Raffaello nel suo dipinto ha poi trasformato in materiale esposizione personale la strategia vincente del papa Leone Magno. Come in altre circostanze simili, ci si può chiedere quale forza può sostenere persone che difendono concretamente le genti minacciate?
Alcuni spezzoni del film Le crociate di Ridley Scott possono aiutarci. Anzitutto bisogna vedere la scena. In questo caso, nello sguardo del regista il ruolo di oppressi e oppressori è abbastanza mobile tra crociati e musulmani ma le persone inermi fanno la differenza. Quando gli arabi, provocati da gravissimi soprusi, vogliono vendicarsi e conquistare la città di Karak (con la strage degli inermi abitanti) la giustizia passa ai difensori crociati. Il cavaliere crociato Baliano per difendere la città davanti agli arabi non si arrocca nella città. Baliano per difendere le persone si lancia in una impresa impossibile affrontando gli arabi per prendere tempo e fare in modo che nel frattempo arrivino i rinforzi. Il coraggio di Baliano, in spaventosa inferiorità numerica, è sorprendente. Lo spettacolo della battaglia sembra ripagare il suo coraggio.
Baliano sarà catturato e lo salverà dalla morte una sua azione del passato quando aveva risparmiato la vita ad un musulmano che ora ritrova davanti. La salvezza anche per la città arriverà con lo spettacolare arrivo del re di Gerusalemme, in una delle più maestose scene di cinema, interpretate in modo straordinario.
Qui il video disturbato nelle immagini è doppiato in italiano: https://www.youtube.com/watch?v=BXcgN7JQjMk
Il pericolo è stato enorme. Ma il pericolo può essere un momento fecondo. Come scrive il giurista Capograssi: “Solo il pericolo sveglia l’individuo dal suo sonno dogmatico, sensuale, utilitario, terrestre e induce a quell’atto di riflessione segreta sulla sua vita, sul significato della vita e il suo vero fine che è vero segreto supremo, atto di libertà nel quale l’individuo ritrova sé stesso” (G. Capograssi in La vita etica). Da lì è nata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo magnificamente commentata da Capograssi:
“Conoscere la verità è già il principio del suo pieno adempimento... Noi troppo abbiamo creduto che ripetere parole e verità comuni fosse inutile. Abbiamo visto a cosa porta affidarsi ciecamente all’azione...Verità e giustizia sono la stessa cosa... Non tradirle a parole è un mettersi sulla strada di non tradirle nei fatti. E’ già per quanto è in noi un cominciare a trasformare la storia. Non sono gli Stati, siamo noi stessi che abbiamo la responsabilità della storia” (G. Capograssi, La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e il suo significato in Opere vol. V, Giuffrè, Milano 1959, pp. 35 ss.
Come trovare, il coraggio di Baliano oggi? anche il più famoso imprenditore confessa che è normale avere paura.
Un ideale c’è sempre ma sembra lontano ed impraticabile. Alcuni scrittori hanno riproposto l’ideale della cavalleria che risvegli anche l’allettante pensiero del prestigio, attraente in tempi di pace, meno quando c’è la guerra. In questo senso, nel film il padre morente, il barone di Ibelin, interpretato da Liam Neeson, sembra fare la differenza
Il barone di Ibelin consegna al figlio Baliano, con l’investitura, i valori che gli sono stati assegnati e li trasmette.
Appare significativo, nel secondo videoclip, come la salvezza della città arrivi dal re lebbroso Baldovino IV e, nel secondo videoclip, l’investitura da un cavaliere malato e morente. In questa direzione si colloca anche la riflessione del giurista Francesco Santoro Passarelli. Egli ha messo al centro la persona come presupposto di una sfera di capacità e quindi dell’assunzione di diritti e doveri regolata dal diritto Poi ha sottolineato i valori come elementi guida per interpretare le norme secondo la scala fissata dall’ordinamento. Il vero centro che poi aiuterà e poi permetterà di applicare la norma sarà la persona violata e quindi la vittima. Cambiano i tempi ma sono sempre le vittime innocenti che, a partire dalla nostra reazione, relazione spirituale e operativa, costituiscono il nostro resistente e trasmissibile ruolo nel mondo. Il trauma sembra centrale come si ascolta alle fine in questo video clip di un efficace comunicatore in ambito ecclesiale, la scintilla divina scocca alla fine del giorno, ma anche verso l’ultima parte della notte… al minuto 37 e 38 https://www.youtube.com/watch?v=_98x_5U01QU. Lì si accende la mediazione primaria, quella divina, sostenuta dalla comunità grande o piccola che vi crede. Questo è particolarmente evidente in tempi di disorientamento, frenesia generale o calamità, è la relazione con le vittime innocenti la nostra Costituzione.
In una delle opere più importanti Raffaello ci mostra come affrontare il proprio compito in condizioni impossibili: il messaggio è ancora tutto da riscoprire, al cuore della Madonna Sistina
Ma come può parlarsi ancora oggi di investitura efficace? (1 -continua )
69.Dalle Crociate n.2: l’investitura efficace (la legittimazione per il giurista)
Approfondimenti: Giuseppe Capograssi ammirava molto anche le più alte espressioni culturali del Medioevo, raccolte nella poesia di Dante Alighieri (peraltro la più alta poesia della Divina Commedia è recitata da Bernardo di Chiaravalle, autore del In laude novae militiae, manifesto delle crociate nelle loro migliori intenzioni) Qui in una lettera di Capograssi del 10 novembre 1921. C’è una possibile resistenza culturale al male che raccoglie l’eredità del passato e la sviluppa:
_________________________________
tempo: nei momenti di calamità, nel giorno di Leone Magno 10 novembre;
applicazioni: a) in generale: riscoprire la forza dei valori e della cultura che vogliamo trasmettere (e non siamo soli a difenderli), la difesa della nostra vita e di quella degli altri
b) al tempo delle pandemie
Video 1: come coloro che sono dentro la città fortificata (per impedire la strage) ognuno può mettere materialmente una distanza, un muro di igiene per aver la massima salvaguardia propria e di colui che incontra, per vivere nella sua difesa. A noi è stato chiesto non molto nel picco della pandemia: stare in casa e applicare regole di igiene, poi ognuno deve cercare un piano di profilassi contro la pandemia che tenga conto della sua condizione. Ci viene chiesto tuttavia molto dentro di noi: non avere paura, consapevoli che il nostro stato (anche interiore) è importante per la nostra vita e quella degli altri. Come colei che guarda dalle mura del castello la battaglia di Karak non lasciamo soli i combattenti: partecipiamo spiritualmente e materialmente alla lotta di coloro che sono fuori.
Video 2 e 3(ora eliminati dal copyright): come Baliano i protagonisti nella lotta eroica più difficile, sono i medici, gli infermieri, i malati che in prima linea, fuori dalla città, lottano con il male. Arriverà il soccorso anche se bisogna fare un necessario discernimento in ogni cura tra costi e benefici.
Video 4 (ora n.2): tutti, investiti dal virus, possiamo sentire l’investitura dei valori per combatterlo. Vogliamo avere una direzione, cerchiamo di non cadere ma se capita, come succede anche a Baliano, combattiamo e cerchiamo di rialzarci, anche supportando e filtrando, con il nostro contributo e discernimento, le strutture sanitarie, psicologiche e le persone che meglio lo fronteggiano.
Come si mostra nel film Batman begins: Bruce Wayne ha subito l’incendio della sua casa ed è sotto un trave, il maggiordomo gli ricorda la sua forza, imparare a rialzarsi…