secondo Elon Musk, la storia, Teresa d’Avila, Chiara Lubich, Capograssi, Calamandrei e una sorprendente mistica
Penso che importi se qualcuno ha un buon cuore (Elon Musk)
(aggiornamento 9 novembre 2024)
Elon Musk, Il più geniale imprenditore contemporaneo, fondatore di Paypal, Tesla e Space X, sempre alla ricerca dell’innovazione, incontra, non senza qualche errore personale, anche momenti di difficoltà e persecuzione. In certi momenti deve essersi accorto del bisogno di essere rincuorato da altri. La situazione si può verificare anche a livello imprenditoriale. Così è stato per Musk con Tesla: in un collegamento a Torino Elon Musk ha ringraziato John Elkann che lo aveva aiutato in un momento difficile
Tutto nasce dall’angoscia e dalla paura che sperimentiamo e che domina dinamiche negative delle relazioni umane dominate da logiche di potere. Per uscire dall’angoscia serve una dimensione interiore che riesca a trovare una via che, a partire dalla verità dei fatti, constati il pericolo e i modi per affrontarlo, con un buon cuore. Lo si può vedere constatando le soluzioni che la storia ci ha presentato
14 L’angoscia: affrontarla con il cuore giusto
La risposta all’angoscia è, a partire dalla verità, attivare le diverse risorse del cuore umano, del suo spirito migliore. Il cuore è stato posto a fondamento delle relazioni interpersonali anche da Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei focolarini. S. Teresa d’Avila si è occupata del percorso dell’anima che cerca di entrare in contatto con il profondo significato della sua vita, nel suo Dio (nell’opera Il castello interiore). Chiara Lubich ha cercato di comprendere un altro castello, quello complesso delle relazioni umane, il castello esteriore. Vista la dimensione superficiale dei rapporti umani la grande sfida di oggi è il castello esteriore, cioè avere buone relazioni con le persone nonostante le difficoltà di comunicazione. Lo si sperimenta nel lavoro dove per necessità quali legali bisogna ricostruire la verità dei fatti. Ma per farlo bisogna che ognuno sia consapevole delle difficoltà dell’altro, per questo è bene ordinare anche il proprio castello interiore, spesso un cumulo di detriti, a partire dal perdono. Bisogna fare ordine, cercare l’essenziale. Ernst Hemingway aveva scritto del suo patto leale. Per questo il pensiero geniale di Chiara Lubich implica il recupero del pensiero di Teresa d’Avila
Questa invocazione sull’essenziale che può riflettersi sulle cose ma vale anche e soprattutto nelle relazioni personali è stata fatta propria anche dal celebre scrittore americano Raymond Carver. Ammalato di cancro, nella sua ultima lezione del 15 maggio 1988 Carver cita e commenta una frase della mistica Teresa D’Avila:
“Le parole conducono ai fatti, […] Preparano l’anima, la rendono pronta e la commuovono fino alla tenerezza”-. Così espresso questo pensiero è limpido e bellissimo…
Le parole di Carver riflettono una situazione universale: in certi momenti abbiamo bisogno nel cuore di una buona parola. Parole come cuore, coscienza e tenerezza possono farci vedere cosa anima nel profondo le nostre relazioni e metterci nella direzione di sanarle.
A contatto con la profondità del cuore il grande filosofo del diritto Giuseppe Capograssi è stato capace di comunicare la sua sapienza esponendo uno dei suoi principi mentre scriveva alla fidanzata Giulia: “la vita non c’è, bisogna farsela, e qui consiste tutto il suo pregio, qui consiste tutta la sua alta nobiltà e la sua alta volontarietà, qui consiste la sua altezza, ma deve essere guadagnata come bontà, questa è la parola cristiana”(Giuseppe Capograssi Pensieri a Giulia 14.1.1924 N.1917).
Qui la pagina di Facebook dedicata allo speciale carteggio tra il grande giurista e la fidanzata Giulia. Poi Capograssi, aiutando concretamente anche amici e colleghi, sviluppava così l’esperienza del cuore: “Stiamo tutti in questo buio cammino del pensiero, cioè della vita; viandanti nella notte: e ci dobbiamo aiutare reciprocamente: io poco posso aiutare ma insomma quell’aiuto che consiste nel partecipare all’ansia dell’altro posso darlo, e debbo darlo” (Capograssi Pensieri dalle lettere Roma 1958 Studium p.75).
Un fondamentale aiuto è, per chi ha fatto esperienza di Dio, vedere nell’altro la presenza del Dio che salva. Lo ha fatto la splendida Chiara Luce Badano, dentro una malattia implacabile, con il cuore di Cristo (qui nel link alla fine dell’articolo lo Spirito che ha attraversato la beata).
In diversa misura, succede anche a noi legali: vediamo in un nostro collega una particolare abilità, sono nostri modelli, e con lui lavoriamo insieme per delle vertenze. Ma in determinati atti può accadere che addirittura un collega ci mostri quello che ci sembra impossibile, dentro una lite giudiziaria, qualcosa che, anche a costo di una sofferenza personale, salva le persone. E così il Divino, per un attimo, ci appare.
Avvertiva questa faticosa ma possibile presenza anche Pietro Calamandrei:
“Molte professioni possono farsi con il cervello e non con il cuore; ma l’avvocato no! L’avvocato non può essere un puro logico né un ironico scettico, l’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé; assumere su di sé i loro dolori e sentire come sue le loro ambascie. Per questo amiamo la nostra toga; per questo vorremmo, che quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero al quale siamo affezionati, perché sappiamo che esso è servito ad asciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia…
L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità.Non credete agli avvocati quando, nei momenti di sconforto, vi dicono che al mondo non c’è giustizia. In fondo al loro cuore essi sono convinti che è vero il contrario. (Piero Calamandrei)
La grande mistica Marthe Robin, capace di vivere 50 anni ferma in un letto, senza mangiare (tranne una piccola ostia), senza bere e dormire, ricevette la visita di un medico che aveva perso la fede, Paul Louis Couchoud, autore di libri che assimilavano il cristianesimo ad un mito. Lui cercò di risolvere l’enigma della vita impossibile della mistica e di capire la facilità di Marthe nel risolvere i problemi degli altri. Prima di partire le lancia come conclusione: “Marthe non siete che un cervello!”. Silenzio costernato. Poi lei esclama: “Credete che io non sia anche un cuore?” Egli fa un «sì» molto forte con la testa. Lei non può vederlo , ma lo sente con gli occhi del cuore…(Marthe Robin Il viaggio Immobile di J.J. Antier). L’incontro sconvolse Couchould che prima nei suoi libri non aveva creduto alla dimensione storica di Gesù. Ora in questa donna stigmatizzata lo aveva incontrato. Dopo l’incontro con la mistica Marthe Robin Paul Louis Couchoud si convertì al cattolicesimo.
In questa apertura del cuore, consapevole nell’umiltà, della fragilità dell’altro, in questa tenerezza si realizza la comunicazione, consapevoli che non possediamo una verità precostituita ma solo alcuni principi che, nel volere il bene dell’altro e tenendo conto delle circostanze, si possono sviluppare nell’incontro. Allora, anche la verità, ci viene incontro.
Questa comunicazione è sempre avversata, come succede anche a Elon Musk o, in passato, è successo a Steve Jobs. Ma, volendo e resistendo insieme, anche nella rinuncia di un ego superficiale, il bene può prevalere. In quest’incontro si fanno spiritualmente presenti forze che possono ri-animare le persone, portare loro una via, una verità, una vita prima non riconosciuta. Anche nel lavoro, è essenziale avere cuore che non senta solo l’angoscia ma si senta amato, per dare un comunicabile fondamento, perché le energie siano spese nella direzione giusta, non solo dall’avvocato, ma anche dal cliente. Teresa d’Avila aveva trovato come aiuto in un santo speciale, S. Giuseppe, un aiuto eccezionale per la sua guarigione
Giorni: 1 ottobre (S. Teresina) 15 ottobre (S.Teresa d’Avila), 16 ottobre S.Margherita Maria Alacoque (secondo le parole di Capograssi “dichiara, con umanità profonda, di temere tutto dalla sua debolezza e dalla sua malizia, ma di aspettarsi tutto dalla Bontà del Cuore Infinito” nella lettera di Capograssi del 17 ottobre 1920) Per andare oltre la facile agiografia si veda l’approfondimento sottostante
Approfondimenti: per trovare una certa pace si veda anche: il discorso completo di Carver (qui) e le soluzioni che sono state adottate nella storia, anche inconsapevolmente, per uscire dall’angoscia come nel link soprastante
Applicazioni: si può avere cuore per rendere sostanziali, decisive le relazioni, è facile essere distruttivi e demonizzare l’avversario, aprire cause infinite. Ma allora la nostra azione non mostra il nostro contributo, non è originale. Come ha detto Carlo Acutis*: “Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Avere cuore significa anche strutturare con ordine la propria azione, qui qualche idea sul metodo per i giuristi: è una ipotesi esplorativa. Poi per avere cuore bisognerà anche rinunciarvi ma sempre per creare un principio d’ordine, secondo il DNA del diritto e perché, nelle relazioni, il cuore parli al cuore (J.H. Newman). L’idea di ordine attraversa la riflessione di Carnelutti, l’idea di comprensione del vero che c’è attraversa invece Capograssi, anche per fondare l’autorità dello Stato
Un interessante film sulle relazioni faticosamente riprese nei cuori umani, anche nella ricerca profonda di un linguaggio comune, con due grandi interpreti, Sean Penn e Mel Gibson:
*Carlo Acutis, un giovane morto di leucemia fulminante e dichiarato beato dalla Chiesa Cattolica il 10 ottobre 2020