“L’uomo si distingue dagli animali in quanto non soltanto assorbe ma dà”(G. Bataille)
Se volete vedere un brevissimo ma entusiasta commento del critico d’arte Vittorio Sgarbi il link è qui sotto.Ed è presente tra gli avvocati anche qualche collega vicentino…
https://www.panorama.it/panoramaditalia2015/vicenza2015/sgarbi-e-il-quadro-piu-bello-del-mondo/
Nel parziale video di Sgarbi manca il necessario riferimento a quello che non è solo natura. Le tre donne presenti nel dipinto indicano le 3 virtù teologali: la Fede in rosso, la Speranza in verde e la Carità in blu. Anche loro contribuiscono a far transitare sulla parte bassa del dipinto i contenuti della parte alta, quella divina. Tra le due parti ulteriore mediazione è illustrata dalla bellezza delle colline che, nella luce, suggeriscono l’infinito. Poi il Cristo, nella sua umiltà, raccoglie come un calice tutte le virtù divine, e diventa il massimo esemplare mediatore…
Possiamo imparare da questa umiltà perché, anche al di là di una precisa appartenenza confessionale, le 3 virtù attraversino i nostri compiti professionali. Ci vengono trasmesse oggi con una mediazione diversa, con alcuni testimoni nella loro vita, o con l’insegnamento della letteratura, filosofia e psicologia. Formatori e scrittori che ne parlano in altro modo ma la sostanza non cambia: il divino declinato in una forma di ideali e valori oppure mediato da alcune figure tradizionali nella forma religiosa, sembra ineludibile. La fede (la donna in rosso) può diventare la fiducia, fondamentale sia nelle relazioni, sia nelle transazioni commerciali
In campo giuridico ci può essere la fede nella concreta tutela degli interessi meritevoli di tutela (cfr art 1322 c.c). Capograssi indica il modo in cui si tutelano:
"Rintracciare la verità che è in questi interessi... indagare, cogliere, far sorgere una vita che possa superare quell'insieme di insidie che quegli interessi contengono. In questo vivere nel campo del concreto, quasi si direbbe empirico, in questo approfondire gli interessi che muovono gli uomini, per salvare gli uomini e la loro azione, è la storia"(Giuseppe Capograssi in Analisi dell'esperienza comune in La vita etica Milano 2008 Bompiani p. 351)
Questo non implica agire ma anzitutto capire, con prudenza, se è il caso di farlo noi, se c’è un vero interesse che merita, con il nostro specifico intervento, per portare da una situazione meno tutelata ad una più difesa. Questo è un grande, difficile compito, specie in un mondo in cui c’è meno rispetto per le figure istituzionali. Il mondo dominante sembra magnificare solo appagamenti a breve o medio termine e quindi anche un capitalismo che sembra alimentare solo miraggi+.
Calamandrei ricordava in un famoso discorso la necessità di credere nel diritto (Fede nel diritto, Laterza, Bari, 2008). La fiducia è fondamentale.
La Speranza (la donna con la veste di colore che tende al verde) può diventare visione e prospettiva nel credere in un futuro che, passando per transazioni e compromessi, porta a compimento la propria professione.
Gandhi (foto a dx) quando era avvocato ha detto: ”Realizzai che la vera funzione di un avvocato era di unire le parti lacerate a pezzi. La lezione mi si impresse così indelebilmente che dedicai gran parte del mio tempo, durante i vent’anni della mia pratica come avvocato, a portare avanti compromessi privati di centinaia di casi. Non persi nulla, così facendo, nemmeno del denaro, e certamente non la mia anima”
La Carità (nel dipinto è la donna la cui veste in blu si unisce all’acqua) come affermavano Simone Weil e Cristina Campo può diventare attenzione, e renderci espressione della nostra massima forma. L’altruismo può coronare le nostre possibilità
“Ogni errore umano, poetico, spirituale, non è, in essenza, se non disattenzione. Chiedere a un uomo di non distrarsi mai, di sottrarre senza riposo all’equivoco, alla pigrizia dell’abitudine, all’ipnosi del costume, la sua facoltà di attenzione, è chiedergli di attuare la sua massima forma. E’ chiedergli qualcosa di molto prossimo alla santità in un tempo che sembra perseguire soltanto, con cieca furia e agghiacciante successo, il divorzio totale della mente umana dalla propria facoltà di attenzione” (C. Campo, Attenzione e poesia [1961], in Gli imperdonabili, Adelphi, Milano, 1987).
Il 17 ottobre 1979 diedero il Nobel per la pace ad una donna in guerra, Madre Teresa di Calcutta, che fece la guerra ai potenti armati di solo potere: “Non basta fare il bene – si spiegò così bene che tutti capirono cosa volesse dire -: il bene va fatto bene perché non corra il rischio di diventare male”. Poi in altra occasione disse una frase importante che mostra il gusto nel fare il giusto: “faccio bene perché poi mi sento bene, poi basta che sorrida e le persone si sentono meglio anche loro”(tratto da un discorso di Marco Pozza)
Ma non sono ulteriori doveri per chi è già dentro complessità procedimentali e burocratiche? Apparentemente sembra che siano un peso. In realtà sono le fibre costitutive del nostro essere, il nostro resistente significato che si sviluppa e che non ci siamo dati da soli. Le abbiamo ricevute da qualche altra persona. Sono supporto quando intorno c’è il deserto o pericolosa artificiale videodipendenza. Sono doni, Grazie di cui essere grati quando tutti pretendono qualcosa. Le abbiamo ricevute da qualche altra persona. Ci hanno trovato, come la natura che illustra Bellini e sottolinea Sgarbi. C’è una bellezza già presente da sottolineare… Poi anche le virtù cardinali (la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza ormai date per superate ed invece sempre riemergenti sotto altri nomi (es. resilienza) tra coach come Montemagno e leader come Elon Musk) potranno temperare quel triplice fascio di luce che può attraversare i nostri talenti e le nostre azioni secondo i veri bisogni delle persone.
Di recente in un bel discorso sull’agilità emotiva si è riaffermato la necessità di 3 virtù: la curiosità, la compassione e il coraggio. Non rispecchiano per molti aspetti la speranza(nella novità futura), la carità e la fede (per avere coraggio) ? Susan David peraltro crea un’interessante definizione di coraggio non come assenza di paura ma paura in movimento o cammino. E chissà che nel cammino la paura possa trovare in parte il suo camino. Una parte di paura deve restare per mantenersi umili. In questa inusuale possibilità di trovare cose nuove e antiche (cfr. Mt 13,52) potrebbe ritrovarsi una pienezza insperata e realizzato un antico detto delle Scritture: ” Il regno di Dio è in mezzo a voi”.
Temi: bellezza, pittura tonale veneta, virtù trasmissibili, teologali presenti in incognito, il gusto nel giusto, agilità emotiva
giorno: Battesimo di Cristo, prima festa dopo il Natale; Teresa di Calcutta, 5 settembre